“Perché il Festival di Alba Fucens?”
Le arti, così come ogni produzione artistico-culturale, oggi camminano sospese su una fune tra l’anima ed il mercato, tra la creazione individuale e quella collettiva, tra i prodotti dell’ingegno umano e la tecnologia di internet che ci inghiottisce.
Quali auspici, dunque, il nascente “FESTIV’ALBA” (estate 2017) può trarre: una migliore vita interiore per i suoi spettatori o il loro costante abbandono ad uno schizofrenico consumo di prodotti artistico-culturali?
A tale riguardo, il Festival ha l’ambizione, fin da questa prima edizione, di mettere gli spettatori nella condizione di percepire che “consumare un’offerta artistico-culturale” possa essere anche sinonimo di “trovare una maggiore consapevolezza sociale”.
Il tentativo, in particolare, quello di trasmettere il messaggio che la cultura non è un “bene di consumo” dal limitato valore simbolico in quanto pronto ad essere dimenticato una volta consumato. Si cerca, con questa iniziativa, di mettere in condizione gli individui di cercare punti di riferimento condivisi: la contemporaneità , la tradizione popolare, la bellezza del territorio.
Pertanto, con Festiv’Alba si punta, oltre che ad una produzione di qualità anche ad una opportunità di inserimento sociale che ribalti una certa prassi, oggi piuttosto diffusa: quella di considerare manifestazioni del genere come un contenitore in cui si affermi una “dittatura” dello spettatore. Al contrario, si vuole incentivare un’offerta artistico-culturale in cui gli spettatori possano stimolare il proprio senso estetico secondo una logica di pari opportunità all’interno di un cartellone in cui il dialogo tra musica e cinema si pone come spazio per esercitare la fantasia.
Il Festival di Alba Fucens non si vuole porre come l’ennesimo “vaso contenitore” in cui il suo contenuto sia scisso dalla realtà locale in cui insiste. Vuole, bensì, costituire un’opportunità per ridare ai suoi frequentatori uno spazio in cui suoni, forme, immagini, colori, celebrità e artisti emergenti dialoghino con il territorio. Ed in particolare, un dialogo con il sito archeologico (tra i più importanti del territorio nazionale) che ne costituisce il palcoscenico naturale, al fine di rendere questa esperienza un patrimonio culturale preservabile e non l’avvicendarsi di esibizioni dalle sembianze di uno “tsunami” culturale.
Festiv’Alba si propone, a maggior ragione, come veicolo per un nuovo spirito comunitario, che non significa soltanto la sensazione che ci siano interessi e sentimenti condivisi, ma che si affermi come l’espressione di una Personalità Locale che difficilmente troverebbe accoglimento e spazio di manovra nelle dimensioni sovrumane di una capitale.
In conclusione, il “perchè” dell’organizzazione del Festival di Alba Fucens risiede nel rendere reale il sogno di realizzare una fusione di comunità , arte e genius loci, di pubblico ed artisti.
(Michelangelo Mulieri)