Punctum Contra Punctum
Simmetrie e visioni nel Rinascimento italiano
Joan Ambrosio Dalza (? – 1508) Tastar de corde
Intabulatura de lauto libro IV, Venezia 1508 Calata alla spagnuola
Francesco Spinacino (1485 – ?) Bassadans
Intabolatura de lauto, Venezia 1507
Vincenzo Capirola (1475-1548) Ricercare primo
Composizione di meser Capirola, 1517 Brescia O mia cieca e dura sorte
Marco da L’Aquila (1480-1544) Recercar
Manoscritto München 266 La Traditora
Mille regrets
Donne impresare il vostro burato a capita
Chuor Languor
Anonimo Tocha, tocha la canella
Intabolatura de leuto de diversi autori, Milano 1536
Alberto da Ripa (1500 – 1551 ca.) Fantasia II
Premier libre de tablature de leut, Paris 1552 Pavana “Romanesca”
Gagliarda “La Milanese”
- Newsidler (1508 – 1563) Ich ging eimal spatzieren
Manoscritto München 266
Francesco da Milano (1497-1543) Ricercare
Intabolatura da leuto De mon triste desplaisir
Ricercare 30
Ricercare 34 “La compagna”
Anonimo Pescator che va cantando
Intabolatura de leuto de diversi autori, Milano 1536
Liuto a 6 cori – Simone Vallerotonda
“Il Principe dei pittori”
(Urbino, 6 aprile 1483 – Roma, 6 aprile 1520)
V centenario della morte di Raffaello Sanzio
“Ad Urbino il Venerdi Santo, 6 aprile del 1483, alle tre di notte vide la luce Raffaello Sanzio. Raffaello iniziava la sua breve avventura terrestre, così intensa e bruciante da essere considerata leggenda; e il giuoco delle coincidenze sembra preordinare e favorire circostanze fedeli più che all’uomo al mito. Il Venerdì Santo 6 aprile del 1520, alle ore tre di notte, Raffaello moriva”.
La pittura, l’architettura, la musica, la poesia, il teatro, la società, guardano al modello greco di perfezione e bellezza. Tutto guarda alla Natura come armonia, proporzione, simmetria. L’uomo è al centro dell’Universo e in questa nuova dimensione armonica e sinergica con la natura e con Dio, è artefice del proprio destino.
La valorizzazione di tutte le potenzialità umane è alla base della dignità dell’individuo, con il rifiuto della separazione tra spirito e corpo: la ricerca del piacere e della felicità è elogiata in tutte le sue forme come ricerca e conoscenza del proprio “io” secondo natura, ovvero all’interno del sistema Natura in cui l’uomo è al centro.
Ogni liutista sa che il liuto rinascimentale è il “motore immobile” della famiglia dei liuti. Da esso tutto nasce, tutto si trasforma e si evolve in altre forme. È fondamentale partirvi per capire il “prima e il poi” di tutto il repertorio del Rinascimento fino ad arrivare al tardo Barocco. Sul liuto rinascimentale a sei cori spesso si mettono le mani all’inizio degli studi e spesso, purtroppo, lo si abbandona velocemente per passare al repertorio barocco, più immediato e luccicante. Io stesso, dopo aver iniziato gli studi su di esso, imparandovi la tecnica e il suo linguaggio, sono stato rapito da chitarre barocche, chitarroni e arciliuti, strumenti con più corde, più complessi nella loro forma e nella loro gestione. Solo ora, dopo anni, ho deciso di tornare alle origini: la musica italiana per liuto del primo Cinquecento. I ricercari, le fantasie, la musica vocale intavolata e le danze dei più grandi autori della storia di questo strumento, come Francesco da Milano, Albert de Rippe, Marco da L’Aquila, Capirola, Spinacino, Dalza, sono riaffiorati come ricordi lontani e hanno allo stesso tempo svelato la loro incredibile modernità. La sperimentazione contrappuntistica legata al linguaggio modale, messa a servizio delle possibilità espressive dello strumento, è la vera novità di questo repertorio, troppo spesso letto unicamente con un occhio “simmetrico”, che tuttavia è proprio del secolo in ogni sua forma d’arte. Ma oltre alla simmetria e alla ricerca del “rapporto perfetto” ispirato dal canone di Bellezza dell’antica Grecia, ci sono, più velati e meno appariscenti nella loro espressione, direi più eleganti, tanti piccoli tentativi di andare oltre la forma perfetta del cerchio. Il tutto abilmente attuato con tinte meno forti di quelle che saranno proprie del secolo successivo, il Barocco, ma non meno concrete e suggestive nella loro efficacia. Ecco così che la visionaria maestria di brani spesso brevi, essenziali nella ricerca dei suoni, tecnicamente tra le vette più alte e difficili della letteratura dello strumento, aprono squarci sul futuro, brillano come un diamante che riflette innumerevoli prospettive, ed hanno nella loro minimale completezza, tutta la profondità di quella ricerca della perfezione che mai chiude il cerchio.
Simone Vallerotonda
Nato a Roma nel 1983, Simone Vallerotonda ha iniziato gli studi musicali sulla chitarra classica.
Affascinato dalla musica antica a 18 anni acquista un liuto senza minimamente saperlo suonare. Ha iniziato così a studiarlo con Andrea Damiani al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, dove si è diplomato col massimo dei voti. Ha successivamente conseguito il diploma di Master su Tiorba e Chitarra barocca con il massimo dei voti presso la “Staatliche Hochschule für Musik” di Trossingen, sotto la guida di Rolf Lislevand.
Si è laureato in Filosofia col massimo dei voti presso l’Università “Tor Vergata” di Roma e si è specializzato in Estetica col massimo dei voti e la lode, dedicandosi ai rapporti tra la musica del ‘700 e gli Enciclopedisti.
Nel 2011 è risultato miglior classificato, nella sezione solisti, al Concorso Internazionale di Liuto “Maurizio Pratola” e vincitore del concorso REMA (Rèseau Européen de Musique Ancienne) nella sezione musica da camera.
Selezionato dalla Gioventù Musicale d’Italia, si è esibito nel triennio 2014-2017 nell’ambito delle Stagioni concertistiche organizzate da alcune sedi italiane della Fondazione.
Ha suonato nei teatri e nelle sale più prestigiose in USA, Australia, Sud America, Oriente, Europa, tra cui: Carnegie Hall di New York, Sydney Conservatorium, Teatro de la Ciudad a Città del Messico, Teatro
Municipal di Santiago del Cile, Singapore Lyric Opera, Concertgebouw di Amsterdam, Wigmore Hall di Londra, Theater an der Wien, Theatre de Champs Élysées di Parigi, Casa da Música di Oporto, Liszt Academy di Budapest, Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma e nei più importanti Festival tra cui: Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, Sferisterio Opera Festival, Lufthansa Festival of Baroque Music, Settimane Musicali di Stresa, Ravenna Festival, Festival di Beaune, Festival di Ambronay, Musikfestspiele Potsdam, Festival di Bruges, Festival di Utrecht, Festival Monteverdi di Cremona, Festival Hactus Humanus Danzig, Festival OperaRara – Kracow, Poznan Baroque Festival.
Ha registrato per importanti emittenti radio e televisive quali: RAI, ABC, BBC, Mezzo, France Musique, Radio4, Arte, Polskie Radio, Kulturradio, RSI, Radio Classica, Radio Vaticana e ha inciso per Naïve, Sony, Erato, EMI, Decca, Amadeus, Brilliant, Aparté, E Lucevan Le Stelle Records, Arcana Outhere Music.
Oltre alla sua attività di solista, collabora come continuista con vari ensembles tra cui: Modo Antiquo, Les Ambassadeurs, Imaginarium Ensemble, Cantar Lontano, Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ha suonato con Vinicio Capossela… ma questa è un’altra bella storia!
Insegna Liuto al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro e collabora con il Conservatorio “L Refice” di Frosinone, con cattedra a progetto.
È fondatore de “I Bassifondi“, suo ensemble con cui propone il repertorio per Chitarra, Tiorba e Liuto del ‘600 e ‘700 con il basso continuo.
È sostenuto dal CIDIM – Comitato Nazionale Italiano Musica, sia nell’attività solistica che in quella con I Bassifondi Ensemble.
www.simonevallerotonda.com