FEO: UN ITINERARIO SPIRITUALE
Lucia Casagrande Raffi soprano
Elisabetta Pallucchi contralto
ROMABAROCCA ENSEMBLE
Renato Criscuolo violoncello
Luca Marzetti contrabbasso
Lorenzo Tozzi cembalo e direzione
Programma
Francesco Feo (Napoli 1691-1761)
Cantate per i Novissimi. Un itinerario spirituale
1) Il peccato – per soprano e basso continuo
2) La morte del giusto e del peccatore – per soprano, contralto e b.c. (Il Giusto e il Peccatore)
3) Il Giudizio universale per soprano, contralto e b.c. (Anima beata e Anima dannata)
4) L’Inferno per contralto e b.c.
5) Il fine dell’uomo per soprano, contralto e b.c. (Tirsi e Elpino)
Nel 2023 è stato pubblicato dall’etichetta Da Vinci Classics il secondo CD delle Cantate di Francesco Feo. Realizzato grazie al musicologo e strumentista Lorenzo Tozzi per una registrazione audio proposta in prima mondiale che ha permesso di conoscere ed approfondire l’arte compositiva di un importante musicista del ‘700 napoletano Francesco Feo, vissuto nel periodo compreso tra il 1691 e il 1761, illustre rappresentate della gloriosa scuola napoletana ma la cui conoscenza è prerogativa solo dei rari studiosi di quel periodo storico. Feo collaborò con diverse istituzioni musicali dell’epoca, ricoprendo la carica di maestro di cappella della chiesa di Santa Maria delle Grazie e della chiesa della Casa Santa dell’Annunziata così come presso la congregazione di Santa Maria degli infermi nella chiesa del Gesù nuovo, ed altrettanto importanti furono le collaborazioni con diverse congregazioni e confraternite come quelle del Monte della Madonna dei poveri vergognosi e quella di San Michele Arcangelo. Pur essendo attivo nel campo della produzione teatrale operistica questa sua esperienza nel mondo religioso ed ecclesiastico favorì il suo interesse verso il genere sacro che gli permise di mettere in evidenza le sue indiscutibili qualità di musicista che consentirono la produzione di diverse composizioni tra oratori, cantate, mottetti, salmi, lamentazioni, dialoghi, passioni, antifone e inni. Questo elemento consente a Feo di essere conosciuto, e riconosciuto, come compositore tra i più importanti nella musica sacra del Settecento. Tale sua specializzazione, unita alle diverse committenze delle istituzioni con le quali Francesco Feo collaborò, hanno portato il musicista alla produzione di un numero abbondante di Cantate spirituali, tali che possono richiamare il contesto sociale all’interno del quale furono scritte, che ne favorì l’ispirazione devota e soprattutto le emozioni e le riflessioni sul senso della vita terrena e ultraterrena dopo la morte. Ed è proprio questo aspetto teologico-filosofico-musicale che ha guidato le scelte di Lorenzo Tozzi nello strutturare questa sua importante ed esaustiva pubblicazione discografica che, in entrambi i cd, propone un percorso spirituale e religioso che conferma tutte le prerogative precedentemente elencate. All’ascolto queste quattro cantate risultano particolarmente affascinanti non solo per la loro apprezzabile cantabilità ma, anche, per alcuni evidenti contrasti scaturenti dagli argomenti trattati che si esplicitano soprattutto nelle due cantate scritte per due voci soliste, un contrasto che si ripropone anche con le due cantate centrali nelle quali alla drammaticità degli orrori dell’Inferno si contrappongono antitetiche le sensazioni che evoca L’Eternità. Il Giudizio Universale per soprano, alto e basso continuo, come accennato prima, è la cantata che evidenzia un elemento forse sorprendente. In esso, infatti, è esposto il dialogo tra due Anime, quella dannata e quella beata. Feo affida alla voce grave l’Anima beata riservando il registro acuto all’Anima dannata, contravvenendo a certi stilemi dell’epoca più orientati ad una disposizione vocale inversa. Ciò dimostra una certa ricerca della novità e della varietà da parte del compositore, scelta che riesce ad esaltare i contrasti tra le due anime. In tutte la cantate è molto ben evidente l’uso del recitativo secco e per le arie frequentissimo è lo schema recitativo e aria con “da capo”. Ciò si esplicita in questa cantata come in tutte le altre contenute nel secondo cd che dimostra come Feo sia riuscito a modellare i caratteri musicali sul contenuto spirituale di ognuna. Così come ne L’Inferno affidato a contralto e basso continuo si percepisce chiaramente la tragicità del luogo come ci fa capire il secondo recitativo “Ne’ Regni della morte, barbaro nome, ignota è la pietà, la speme e vano è il pentimento in quelle pene”, nella cantata successiva si registra un momento di contrasto con l’andamento stilisticamente gioioso de L’Eternità grazie alla voce del soprano che riesce a dare quel senso di ‘dolcezza’ e ‘serenità’ che contrasta con i toni della precedente, pervasa dalla durezza e da sensazioni infernali. A concludere questo piccolo percorso nella spiritualità delle cantate di Feo è stata scelta Il Fine dell’Uomo, composta a due voci, per soprano e contralto con basso continuo, il cui contenuto spirituale dimostra di essere una sorta di risoluzione dei precedenti contrasti. Qui sono in scena due personaggi derivati dall’Aminta di Torquato Tasso, Tirsi (soprano) e Elpino (contralto). Tra loro è in atto un serrato dialogo ma ‘distensivo’, esaltato dal fascino del canto a due che questa volta abbandona gli aspri contrasti tra i diversi caratteri personali per giungere all’amore tra gli uomini come fanno capire le parole finali dell’aria a due finale “Ah sì, gioisca l’uom. Viva beato a coronarsi al fine di belle stelle il crine, creato per amar” che suggella con efficacia questo ‘excursus’ nella poetica religiosa e spirituale dei primi del ‘700.